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Ultimo Aggiornamento: 02/04/2022 07:48
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18/11/2015 16:49

Ciao Paola, mi fà piacere rileggerti.Ti rispondo subito alle giuste osservazioni che hai fatto al mio messaggio.
In primo luogo perchè ho fatto l'auto-scalaggio.
Esattamente a cinque anni fà risale la mia ultima visita dallo psichiatra che mi conosce dall'inizio del mio percorso. Premetto che tutte le volte che sono stato al suo studio, prima dell'ultima visita di cinque anni fà, praticamente siamo sempre giunti alle conclusioni che io avevo previsto senza andare da lui. E cioè:

1) hai un problema di ansia generalizzata patologica;
2) aumentiamo o diminuiamo a secondo dell'evoluzione;
3) dobbiamo fare una cura di mantenimento a lunghissima distanza;
4) se reagisci bene con questo farmaco non è necessario cambiarlo;
5) hai delle risorse notevoli e non mi sembra opportuno far eun ulteriore percorso psicoterapeutico, già consumato.

Queste sono esattamente le stesse considerazioni che facevo io, chiuso nella mia stanza, con una variabile però, non di poco conto, che la mia tasca rimaneva piena di € 150,00.
Nell'ultimo incontro che ho avuto con lui, come ti dicevo cinque anni fà, ricordo perfettamente che mi aveva detto con assoluta chiarezza e senza troppi fronzoli che poichè in tutti questi anni non avevo mai strafatto con i farmaci e soprattutto sapevo perfettamente riconoscere le mie fasi up e down, non riteneva assolutamente necessario farmi spendere ulteriori soldi e mi consigliava di proseguire la terapia magari consultandomi con il mio medico di base per eventuali difficoltà e contattare lui solo e soltanto nel caso la situazione diventasse ingestibile.
Non ho vissuto la cosa male. Anzi. Ho capito che non correvo un rischio di esagerazione o dipendenza dal farmaco. Non sono mai andato oltre quello che mi è stato prescritto anche se ci sono stati momenti durissimi. Ho sempre chiesto al mio medico di base di eseguire analisi del sangue per verificare i miei parametri. Soprattutto però mi sono sempre attenuto al di sotto del dosaggio massimo che il mio psichiatra mi aveva indicato come campanello di allarme per ricontattarlo. Il mio medico di base è sempre stato convinto che tenessi un dosaggio molto al di sotto delle mie caratteristiche corporee e soprattutto la mia frequentazione con le benzodiazepine, che creano una sicura dipendenza, è stato sempre transitorio per il periodo necessario in momenti di ansia parossistica. Per dirtela tutta (evito di dirti la marca del farmaco perchè non mi sembra opportuno) il mio psichiatra mi avevo consigliato la dose di mantenimento a 100 mg die. Io non sono mai andato oltre i 75 (adottati in sporadici e brevi periodi) e mi sono attestato ai 50 mg, da un mese ai 25.
Benzodiazepine inserite e dismesse nell'arco di tre massimo quattro mesi e in 13 anni sarà successo 4 o 5 volte.
Non giro con i farmaci nel portafoglio. Se dimentico una giornata non mi prende il panico. Non ho mai e dico mai chiesto al mio medico modifiche o variazioni per sperimentare nuove molecole.
Tutta questa pappardella per renderti il quadro della situazione. Se ho intrapreso uno scalaggio autonomamente è perchè sapevo che se fossi andato dallo psichiatra dopo i primi venti minuti mi avrebbe ribadito come tante altre volte " Francesco...hai ragione e ti sento centrato. Procedi come hai immaginato e condivido". Che cavolo vado a buttare 150 euro?
Sono presuntuoso? Forse si. Dopo 13 anni, scalare 25 mg, credo, me lo possa anche permettere.
Ribadisco per gli avventori dei messaggi senza leggere il contesto. Il fai da te è una scelta assolutamente pericolosa se non si conosce il proprio organismo, se non si conoscono le proprie risorse e soprattutto, se proprio vi volete cimentare, fate prima un ultimo bilancio con il vostro medico o psichiatra.

Seconda domanda: stai valutando di rivolgerti a uno psicologo? Assolutamente il mio consiglio è SI. Ma non tanto per trovare la bacchetta magica o per avere chissà quali grandi risposte e soluzioni, quelle, stà sempre a noi. Io penso che confrontarsi con professionisti della materia ci faccia comprendere meglio sfaccettature e modalità per superare e risolvere grovigli che non sempre siamo in grado di fare da soli.
Non ci si reca dallo psicologo solo per un lutto.
Ho cari amici che in assenza totale di problematiche di tipo psichico si sono rivolto allo psicologo per migliorare le performance sul lavoro, per perdere il vizzio del fumo, per migliorar il proprio rapporto di coppia. Cosa c'è da temere?
Puoi solo aiutarti. Non ci sono farmaci. Nulla di artificiale. E poi...se proprio non ti garba puoi scegliere di non andarci più.
Al di là però di tutte ste chiacchere che ti ho fatto ti dico una cosa. Non aspettare mai troppo tempo per chiedere aiuto. Tanto maggiore sarà lo sforzo che farai per contrastarti e mettere da parte la voglia di aiutarti e tanto più dovrai faticare per risolvere problemi c, ti garantisco, si risolvono.
La mia positività viene fuori proprio da questa consapevolezza: sò che se dentro di me si concretizzasse la necessità improcrastinabile di chiedere aiuto, sò a chi rivolgermi e come ho risolto mille volte le mie cadute, lo rifarei altre mille volte.
Un abbraccio Paola
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