Crisi: la Ue vara un maxi-piano
Fino a 750 miliardi per salvare l'euro
In campo anche Fmi e Bce. Nuovi tagli per Madrid e Lisbona
dieci ore di negoziati al Vertice di Bruxelles
Crisi: la Ue vara un maxi-piano
Fino a 750 miliardi per salvare l'euro
In campo anche Fmi e Bce. Nuovi tagli per Madrid e Lisbona
BRUXELLES - Un maxi-piano fino a 750 miliardi, con la partecipazione dell'Fmi, per blindare la zona euro dagli attacchi della speculazione ed evitare il rischio defualt di altri Paesi dopo quello corso con la Grecia. A vararlo, dopo dieci ore di negoziati, sono stati i ministri finanziari della Ue riuniti a Bruxelles. Chiesti anche nuovi sacrifici a Spagna e Portogallo, i due Paesi considerati maggiormente a rischio in questa fase. E annunciate «misure significative» da parte della Bce.
Il primo ministro spagnolo Jose Luiz Zapatero e il suo omologo portoghese Jose Socrates in una foto d'archivio. (Ansa)
Il primo ministro spagnolo Jose Luiz Zapatero e il suo omologo portoghese Jose Socrates in una foto d'archivio. (Ansa)
OBAMA - Si tratta di un piano di salvataggio (ora alla prova dei mercati) senza precedenti, a cui si è arrivati dopo una giornata in cui si sono susseguiti i contatti tra le varie capitali europee, con decine di bilaterali e due conference call a livello dei Paesi del G7. Anche il presidente Usa, Barack Obama, ha telefonato sia al presidente francese, Nicolas Sarkozy, sia alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, sottolineando la necessità di una «risposta forte» da parte dell'Europa per ridare fiducia ai mercati. Lo scudo «anti-speculazione» deciso dall'Ecofin mette in campo prestiti per 60 miliardi di euro da parte della Commissione Ue, che potrà raccogliere sul mercato prestiti, offrendo come garanzia fondi del bilancio comunitario a favore dei Paesi che fossero sotto attacco speculativo ed avessero difficoltà a reperire capitali sui mercati. Nel pacchetto ci sono poi 440 miliardi che dovrebbero prendere la forma di prestiti bilaterali da parte degli Stati membri della zona dell'euro, sul modello del piano salva-Grecia.
LE CIFRE - Nel dettaglio, si prevede che la quota dell'Fmi rappresenti oltre la metà di quella messa in campo dagli Stati membri, cioè fino a 250 miliardi. Per questo l'ammontare complessivo del fondo potrebbe arrivare fino a 750 miliardi. Resta poi in pista la possibilità che anche la Bce scenda in campo, decidendo di prestare soldi ai Paesi a rischio acquistando i loro titoli pubblici. Una decisione che spetta alla stessa Bce, i cui vertici sono rimasti riuniti a Basilea con i governatori centrali della Ue in attesa di notizie da Bruxelles. Due momenti di forte tensione hanno caratterizzato l'inizio della giornata: il malore del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble (ricoverato in ospedale) e il no di Londra al piano. Il cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling è stato infatti molto chiaro nel dire che il Regno Unito non sarebbe venuto in soccorso di Paesi dell'euro in difficoltà, respingendo la proposta messa sul tavolo dalla Commissione Ue. A sbloccare la situazione è stata poi la Germania, proponendo interventi per 500 miliardi di euro di cui 440 a carico solo degli Stati membri della zona euro. E con la partecipazione del Fondo monetario internazionale.
SPAGNA E PORTOGALLO - I ministri delle finanze hanno anche accolto l'appello alla disciplina di bilancio e di rigore monetario lanciato venerdì notte dai leader dell'Eurozona. La Germania in particolare ha chiesto che venissero dettagliate le condizioni alle quali devono sottostare i Paesi maggiormente a rischio, quelli che per primi potrebbero dover ricorrere al fondo. Di qui l'invito alla Spagna e al Portogallo ad adottare nuove misure per la correzione del deficit. In particolare, a Madrid e Lisbona è stata chiesta una manovra aggiuntiva pari all'1,5% del Pil quest'anno, e una pari al 2% del Pil l'anno prossimo. L'importo definitivo sarà deciso nei prossimi giorni. Ora la parola passa alle Borse, con Tokyo che ha subito risposto oggi positivamente. I ministri finanziari dei 27 si ritroveranno a Bruxelles mercoledì, insieme ai vertici della Bce e della Commissione Ue, per dare vita alla prima riunione della task force Ue che dovrà riformare il Patto di stabilità e di crescita, guidata dal presidente Ue Herman Van Rompuy. Nel testo dell'accordo, infine, l'Ecofin si impegna ad approfondire l'ipotesi di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie e ad accelerare la revisione delle norme e della vigilanza sul mercato dei derivati e il ruolo delle agenzie di rating.
RIUNIONE BANCHIERI BRI - Intanto prende il via a Basilea, in Svizzera, la seconda giornata della riunione dei governatori delle banche centrali alla Bri, la Banca dei regolamenti internazionali. Il focus sarà sul maxipiano da 720 miliardi varato dalla Ue e sul nuovo ruolo della Bce, la quale farà la sua parte intervenendo, al bisogno, acquistando titoli di stato e privati per bloccare la speculazione e sostenere i Paesi in difficoltà. Ieri alcuni banchieri presenti in città per il tradizionale incontro della Bri hanno dato il via per tutto il giorno a una serie di riunioni informali dell'istituto tenendosi in collegamento con Bruxelles, dove erano in corso i lavori dell'Ecofin. Il presidente della Bce Jean Claude Trichet e il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi si sono trattenuti nella sede Bri fino a notte attendendo le decisioni dei governi. La parte più innovativa del nuovo accordo per quanto riguarda la Bce prevede così che allo scopo di calmare le tensioni sui mercati «che presentano disfunzioni», l'istituto centrale interverrà acquistando «titoli di stato e privati», sostenendo in questo modo il debito dei Paesi più a rischio sotto attacco della speculazione. Una decisione presa dalla Bce anche tenendo conto che, nel comunicato emesso dall'Ecofin, i governi prendono impegni di rigore nel bilancio pubblico per quest'anno e i successivi mentre alcuni Paesi hanno previsto misure addizionali per ridurre il deficit. Fra le misure previste e già avviate, ci sono poi gli accordi di swap con la Fed e altre banche centrali sul biglietto verde, allo scopo di sostenere la sua liquidità.
il sonno della ragione genera mostri
caro m'è il sonno, e il più l'esser di sasso
mentre che 'l danno e la vergogna dura
Non veder, non sentir m'è gran ventura.
però non mi destar; deh, parla basso!
Ne plurimi valeant plurimum (Cicero)