II dg Juve coinvolto nel fallimento del Como di Preziosi
Ennesima indagine sugli affari di Luciano Moggi. Questa volta è la Procura di Como ad averlo indagato per bancarotta fraudolenta nel fallimento del club allora di Preziosi. Una vicenda oscura relativa alla compravendita di alcuni giocatori rivelata qualche settimana fa dall'Espresso e ripresa solo da II Romanista. Tutti zitti gli altri giornali che continuano invece a raccontare le mirabolanti imprese di mercato del direttore generale della Juve.
Luciano Moggi è iscritto nel registro degli indagati della Procura di Como, con l'accusa di concorso in bancarotta fraudolenta. Un provvedimento atteso, annunciato già a fine luglio dall'inchiesta sul crac del Como calcio condotta dal settimanale "L'Espresso". Ad attirare l'attenzione degli inqui¬renti erano state le cessioni "truccate" di Alex Pederzoli e Felice Piccolo, giocatori oggi in forza al Torres e alla Lazio. Decisiva anche la testimonianza di Aleandro Dall'Oglio, successore di Enrico Preziosi alla guida del Como. Il dirigente aveva rivelato ai magistrati tutti i retroscena di una serie di operazioni sospette, «avallate da Moggi, ma ideate da Preziosi, per tappare le falle nei bilanci della società ed evitare di versare al Fisco quanto dovuto». Parole pesanti, riferimenti a contratti fasulli, accordi segreti, cessioni truccate. Come quelle di Pederzoli e Piccolo. In base a due scritture private firmate da Moggi e Preziosi 1*11 luglio 2003, i due giocatori passavano in comproprietà alla Juventus; a fine stagione la società bianconera avrebbe versato nelle casse del Como un milione e 600mila euro e sarebbe divenuta proprietaria dell'intero cartellino dei calciatori. Ma in Lega quei contratti non erano mai arrivati. L'accordo era stato depositato solo qualche tempo dopo e con cifre decisamente inferiori: diecimila euro per giocatore. Un escamotage per aggirare il Fisco, che nei confronti del Corno, società sull'orlo del fallimento, vantava crediti enormi.
Già un mese fa "L'Espresso" aveva ipotizzato che la Procura larense potesse ascoltare Moggi in qualità di testimone. Anche perché dall'inchiesta erano emersi «rapporti con la Juve e trucchi utilizzati per aggirare i regolamenti di Lega». Un'ipotesi che, alla luce dei recenti sviluppi, si rivela addirittura ottimista. E Luciano Moggi, sino a ieri semplice testimone, ritrova il suo amico Preziosi anche nella "disgrazia". I loro nomi sono ancora una volta vicini, stavolta nel registro degli indagati della Procura di Corno.
"NON SO SE è PAZZIA O GENIALITà"
"IMPRESSIONANTE QUANTO SPESSO QUESTI DUE TRATTI COINCIDANO"