paola=2015, 10/12/2015 09:37:
Nimx, 04/12/2015 15:37:
........... abituarsi al cambiamento, aumentando l'autostima e via dicendo... c'è un lavoraccio dietro.
altro che lavoraccio ..... una vita intera direi!
Effettivamente è un lavoraccio. Quotidiano, ogni momento e bisogna giocare come a Guerre Stellari con la propria mente. Continui meteoriti in arrivo e in continuo radar per imparare a evitarli o quantomeno assestarne la collisione.
Quali alternative ci sono?
crocefulvio, 04/12/2015 22:30:
Ok...mantra! Iniziato sperimentazione "cavie"ospedale san paolo...cercasi e cercano volontari.Buona notte a tutti
Carissimo Fulvio, apprezzo la tua tenacia ed è giusto che percorri le strade che ritieni giuste per te. Io personalmente, nel bene o nel male, preferisco essere cavia di me stesso. Ho imparato a conoscermi un tantino e metterei la mano sul fuoco che una sperimentazione non sarebbe la soluzione alle mie problematiche (acufeni e altro..). Anche io ho letto le storie di molti utenti di questo forum che poi sono scomparsi. Me ne sono fatto una mia idea. La gran parte gravitano in un disturbo, come il sottoscritto, che attiene prevalentemente la sfera psicologica. Pochi sono affetti da un vero e proprio problema organico. Non mi metto a fare la pesa della quota di sofferenza e sopportazione nel primo e nel secondo caso perché poi è soggettivo. Mi piace pensare che chi non frequenta più questo forum ha risolto i propri problemi.
Io in questo 2015 ho fronteggiato parecchi "disturbi". Non mi metto a fare l'elenco perché già dai messaggi precedenti ne potresti prendere cognizione. Una cosa ti posso dire ed è questa: dieci giorni fa avevo una prostatite. Dieci giorni fà ero convinto del tutto e del niente. Ho letto tutto e niente. Ho interpretato tutto e niente. Era una nuova spada di damocle. Oggi, dopo dieci giorni di antibiotici e antinfiammatori la cosa si è risolta (avevo letto su internet che era una nuova iettatura). Ho visitato migliaia di forum sulla prostatite ai quali mi sono iscritto e ti dirò, mica adesso sono andato a scrivergli "guardate che io dopo dieci giorni ho risolto".
Questo per dirti che la maggior parte delle volte sono portato a dilatare le situazioni oltre la "normalità" e spesso si intercettano solo le cose che ulteriormente accrescono questo senso di dilatazione. E' un processo sottile, ma diabolico, per auto escludersi dal gioco della vita e prendersi un momento di pausa. Un modo per dire "fermi tutti, io stò malissimo, sono grave, non posso fare fronte alla quotidianità".
E' un po' quello che vedo tra le righe di almeno di 70% dei frequentatori di forum o centri di confronto. Mi sento parte di una fobia sociale di perdersi attraverso i meandri del non pensare, invece di centrarsi e essere presente a ciò che si vive, nel bene e nel male. Non centrarsi e vivere è un gran lusso perché ti allontana dai problemi, ma nello stesso tempo ti anestetizza anche dai piaceri, dalle gioie e da tutto quello che accresce la propria autostima.
Sono diventato un gestore perfetto delle non emozioni.
Operare il cambiamento di questo modus è un lavoraccccciiiiiiooo....
ma anche da queste prese di coscienza, si riparte e si rimettono i pezzi al posto giusto.
Non è tutto prevedibile e tutte le sperimentazioni hanno una loro valenza, ma il centro delle soluzioni è dentro di noi e quanto possa influire un acufene sulla nostra volontà di essere presenti a noi stessi lo decidiamo solo ed esclusivamente noi.
Io ne ho perse tante di battaglie e sai quante ancora ne beccherò nel muso, ma ogni volta che mi sono rialzato e mi guardavo alle spalle sai cosa vedevo? pensavo di dover affrontare uno tzunami e invece era solo un temporale.
Un abbraccio a tutti