Le reincarnazioni: esperienze e riflessioni

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H'ERMES
00sabato 11 dicembre 2004 21:25
Le reincarnazioni: esperienze e riflessioni
Breve premessa
Le mie difficoltà familiari e di vita ma anche vivo disinteresse, hanno fatto si che io non potessi continuare gli studi. Da un lato è stato ottimo perché non mi hanno potuto completamente ipnotizzare, secondo una logica sottile di asservimento mentale e soggettivo al potere culturale economico politico e religioso, da parte dei pochi ma per dinastia sempre gli stessi padroni? che vogliono sempre detenere i destini degli umani sulla terra.
In cambio la mia curiosità la sete di conoscenza l’inesperienza e forse un po’ di incoscienza, mi regalavano la massima libertà di pensiero e di azione non ponendomi il limiti del pensiero altrui, che è quel genere del sapere che automaticamente spesso ti blocca, perché ti condiziona di riflesso o di coscienza morale obbligandoti poi a rispettare, le loro leggi mai valide per loro stessi.
Importanti si rivelano tutte le esperienze personali con conoscenze in episodi casuali, che tali non sono mai perché creano sempre fattori di riflessione e di ricerca continua, in nuove esperienze multiple e diversificate anche se spesso apparentemente inutili o fallimentari.
La reincarnazione. Questa parola racchiude un mare di misteri con domande e risposte infinite, perchè nella pubblica conoscenza per alcuni semplicemente non esiste, altri invece credono che possa esistere magari soltanto per ipotesi senza avere alcuna valida convinzione, altri contrariamente affermano con dogmi filosofici e religiosi che invece esiste la Resurrezione, come nel voler dire che DIO è ingiusto e cattivo non facendo morire l’ultima parte dell’umanità, (quella che resterà viva all’atto del giudizio universale) però non ci dicono con quale metro di giudizio agli ultimi sarà risparmiata la morte e relativa lunga attesa della Resurrezione, però ci dicono convinti:
tutti saremo soggetti al giudizio universale. Altra cattiveria ingiustamente affibbiata a DIO che per suo volere non è giudice di noi, diversamente non esisterebbe il libero arbitrio. Se faccio del male durante la mia vita sarò punito: questo è un ricatto non un Libero Arbitrio e poi un vero giudice,
non sentenzia mai la condanna all’ultimo della nostra vita, permettendoci di peccare ed errare fino all’inverosimile, senza mai intervenire prima.
A parte se cosi fosse chiunque all’ultimo istante della propria vita si pente veramente, perché c’è la paura del giudizio finale, perchè stando a quello che dice la loro religione, DIO ci perdona fino all’ultimo momento. Bene cosi la facciamo franca tutti, per la paura che crea l’istinto della sopravvivenza che è innato in ognuno di noi. Non costa niente pentirsi all’ultimo minuto dopo aver creato e fatto guerre, con disastri immani e numerosi morti e feriti innocenti ed indifesi.
Verremmo giudicati tutti assieme innocenti e colpevoli?
Altro propinato e curioso spettacolo dell’indecenza sarà vedere tutti assieme, profeti santi e giusti con assassini delinquenti e malfattori, tutti riuniti insieme. Che grande ingiustizia filosofica religiosa e giuridica!
Certo questo dio minore è stato creato a loro immagine e somiglianza come a dirci, anzi ci vogliono convincere: comportatevi bene in questa vita che quando morirete andrete in paradiso; intanto loro il nostro paradiso lo vivono e godono ora sulle nostre spalle, con le loro ingiustizie arroganze prepotenze ed egoismi personali.
Senza essere un prelato filosofo intellettuale storico, sono sicuro che DIO non giudica diversamente la razza umana fosse già estinta da millenni, (chi non ha peccato lanci la prima pietra, ricordate?)
Però fare del bene al prossimo significa farlo a noi stessi, perché si libera un energia positiva che ritornerà a noi comunque, perché da noi stessi creata e liberata, altrettanto ritornerà a noi l’energia negativa del MALE essendo DIO, creazione solo del BENE mentre noi nel nostro libero arbitrio, abbiamo l’esclusiva capacità umana della creazione del MALE.
ESPERIENZE PERSONALI
Non abbiamo deviato dal discorso della reincarnazione perché la stessa sua esistenza, è una chiara risposta della grandezza e magnificenza di DIO, non sottoposta per ignoranza arroganza egoismi ed interessi personali, all’errato pensiero ed iniquo giudizio umano.
Senza avere e ne farmi un’idea chi io fossi stato precedentemente nelle vite passate, rincuorato dalle parole bibliche che ricordavo del catechismo quando parlavano di GESU CRISTO “ la verità va ricercata nei cuori ” una notte ricercandola fortemente nel mio cuore e nell’animo, sognai di risvegliarmi all’interno di un grande salone, stile medievale.
Dal poco arredo e da come vestivano i personaggi presenti nel salone, capì di trovarmi molto indietro nel tempo, forse nel 1300?
La mia curiosità fu subito attratta dalla presenza di due personaggi seduti singolarmente vicini, su grandi e pregiate sedie di legno imbottite posizionate in fondo al salone, con le spalle rivolte alla parete di fondo completamente disadorna.
Capi che il primo a sinistra (della mia visuale) era il padrone del castello, l’altro seduto al suo fianco a destra sapevo che era la mia antica reincarnazione: facevo il mago consigliere o qualcosa del genere.
Il padrone del castello mi riservava una profonda considerazione e sacro rispetto del mio dire. Conclusi che era un castello dal soffitto troppo alto, dal salone immenso e dalle volte gigantesche che lo limitavano sia a sinistra che a destra, poi dalla grandezza dei mattoni scoperti che lo componevano.
Avvicinandomi verso la mia reincarnazione perché mi ero risvegliato al centro del salone vuoto, camminando piano piano guardavo curioso il mio essere stato e vissuto; nessuno poteva notare la mia invisibile presenza.
Mi colpi la sua immagine visiva completamente diversa del mio volto attuale, con barba capelli lunghi e neri, imbiancati qua e la dall’età avanzata: vestiva di un'unica tunica pregiata di diversi colori che copriva completamente tutto il corpo, anche il padrone era vestito di una tunica però di colori diversi. Fisicamente in lui non c’era niente di simile al mio attuale essere, però ero sicuro che quello ero proprio io in una precedente vita.
Mi avvicinai gradualmente a lui e girandomi con lo sguardo intorno, e notai che tutta la mia sinistra del salone, all’interno delle colonne arcate che erano transennate con dei legni che appositamente la dividevano dal salone centrale, c’erano incolonnate una moltitudine di persone di estrazione popolare.
Gli stessi vestivano in abiti variopinti sgualciti logori e sporchi: erano uomini donne bambini anziani con volti multiformi, raccolti in silenzioso e rispettoso parlare aspettavano con pazienza il loro turno, per essere ascoltati ed esauditi dal padrone del castello.
Quel giorno era riservato alle udienze ed alle grazie con il popolo.
Davanti a lui sempre invisibile ascoltavo ed apprezzavo la sua saggezza e grande umanità, con la sua capacità di leggere facilmente nel pensiero dei popolani, che chiedevano al padrone le cose più svariate il quale prima di rispondere o decidere aspettava da lui il consiglio, che suggeriva attraverso il suo parlare accorto nel suo orecchio sinistro.
Una volta esaudite le loro richieste i popolani gradualmente passavano al lato esterno della transenna, uscendo centralmente dal salone in direzione dell’uscita, che era in fondo a destra da dove erano entrati.
Mentre passavano per uscire attraversandomi nell’invisibile corpo, leggevo nei loro pensieri l’iniquità la meschinità l’ambiguità l’egoismo, troppo simile alla nostra umana esistenza, come se i secoli non fossero mai passati.
Il mago consigliere con il suo aspetto che non era certo simpatico nel volto,
possedeva però una saggezza ed intuito infinito che mi affascinava, ero orgoglioso di lui “anzi di me stesso del mio essere stato del passato” per questo pensai di regalargli (mi) una certezza.
La visione materiale della mia presenza fisica presentandomi a lui, come la nostra reincarnazione futura degli anni 1980.
Cercai con il mio sguardo e la mente la penetrazione dei suoi occhi, lui girandosi improvvisamente nella mia direzione dove nessuno era presente, cominciò a cercare la mia invisibile presenza, la percepiva concretamente la cercava girando lo sguardo nel vuoto perché non visibile intangibile, finche il suo sguardo si fermò DECISAMENTE su di me. Mi aveva localizzato nonostante la mia invisibilità.
Era il momento che aspettavo per regalargli la testimonianza della giustezza del suo, Operare Dire e Pensare.
Subito pensai di apparire visibilmente soltanto a lui.
Benché nell’assurdità e novità dell’evento mi venne velocemente in mente un forte dubbio: sarebbe impazzito nel vedermi? Che reazione avrebbe avuto del resto quello ero sempre io nel mio passato. Avrei potuto crearmi dei danni psicologici mentali ed esistenziali!
Sarebbe stato in grado di assorbire e gratificare questa testimonianza?
Ancora oggi a distanza di secoli un fatto del genere incuterebbe paura terrore sgomento ed incredulità, però anche la pazzia per chi vive personalmente questa assurda esperienza.
Mentre riflettevo in me il suo volto cominciò a terrorizzarsi. Ora il suo sguardo verso di me era fisso immobile impietrito. Era allarmato perché aveva la certezza di essere d’innanzi ad uno spirito invisibile, e non poteva mai sapere se era buono o malvagio, amico o nemico. I suoi pensieri erano contrastanti; curiosità paura pericolo, voglia di conoscere e vedere. Un turbine di pensieri infiniti senza certezze. Sudava preparandosi all’evento.
Non potevo accettare questo rischio non conoscendo le conseguenze del dopo: avrei potuto anche rovinare per sempre la sua (mia) vita. La situazione stava precipitando talmente era tesa, così sapientemente abbandonai tutto rientrando nuovamente nel mio corpo addormentato.
Riflettendo su questa esperienza direttamente vissuta, cercando qualcosa che mi ricollegasse o legasse al passato trovai nel presente, ancora il mio interesse verso le scienze occulte, anche se oggi mi trovo contrario all’esercizio pubblico della professione del mago, tanto meno del consigliere.
Non mi sento di mettermi al servizio del prossimo già sapendo che difficilmente mi ascolteranno, e faranno sempre quello che gli dice di fare la propria testa, anche se dopo si pentiranno del loro aver fatto. Nello stesso tempo personalmente odio la pubblicità del mio essere, come rigetto l’essere comandato dai clienti perché pagano, e sono veramente convinti che con il denaro possono tutto.
Fare il mago significa intervenire su avvenimenti della vita privata del prossimo, senza che lo stesso inverta il processo energetico negativo che lui ha principalmente generato con una condotta sbagliata, vera causa principale dei suoi guai e malesseri.
Quando avvengono queste realtà negative nessun mago anche il più bravo, se non esiste la buona e forte volontà del cambiamento mentale da parte del consultante, si può interrompere il ciclo negativo delle cose, tanto vale cambiare vita in amore ed accordo verso prossimo, senza bisogno di andare dal mago e farsi spellare economicamente.
La propria energia non si cambia con il valore dei soldi o dei favori, ma con la propria volontà del bene che non costa una lira, il resto è pura illusione e fantasia.
Queste difficoltà sono un campanello d’allarme dello spirito, perché il nostro vivere pensare desiderare è sbagliato, contrario alla nostra natura spirituale perennemente in evoluzione.
E’ nelle sofferenze e privazioni che noi cambiamo, rivalutando inconsapevolmente e gradualmente tutta la nostra esistenza, senza l’egoismi dell’umana esistenza purtroppo ancora simile ai secoli andati.
Questa esperienza sulla reincarnazione mi aprì nuovi orizzonti di riflessione sul mio essere precedentemente vissuto, instaurando altre curiosità del genere puramente conoscitivo, tanto da stimolarmi in futuro ad avere un’altra simile.
Una cosa è chiara. La reincarnazione esiste come fattore di continuità dello spirito che non muore mai, ma attraverso le più reincarnazioni UMANE evolve continuamente la propria intensità di luce spirituale, se ciò non accadesse addirittura tentare di invertirne il processo evolutivo, allora finisce la vita non è importante come e dove si muore, perchè viene a mancare il principale presupposto cardine del perché della continuità della vita terrena, il cui scopo essenziale è proprio l’evoluzione POSITIVA della luce spirituale, che diversamente esiste in ognuno di noi.
E’ in questa logica la grandezza divina che permettendoci più reincarnazioni, ci da la libertà di non commettere più gli stessi errori delle vite precedenti, perché dentro il nostro spirito esiste la traccia sottile invisibile ed impercettibile del peccato, da noi commesso nelle vite precedenti per questo sappiamo sempre benissimo, quando sbagliamo con noi e con il nostro prossimo. Rimorsi di coscienza, cosi vengono chiamati.
Il libero arbitrio divino si estende nella nostra libertà di voler ricordare oppure no le vite del passato, diversamente impossibile ricordarle senza la nostra ricercata e ferma volontà, perché la nostra impreparazione psicologica condizionerebbe pesantemente l’attuale esistenza, bloccandoci nei rimorsi del passato e nel nostro ormai inutile vivere il presente.
Però ora volevo avere un’altra esperienza simile da confrontarla con la precedente, non mi interessava sapere chi ero ma cosa facevo per scoprire quali legami del passato, oggi inconsciamente mi determinano e condizionano nelle scelte della vita attuale.
Così una notte dopo un lungo provare, sognai di risvegliarmi davanti ad una tomba antica fatta di marmo. La sola esposta all’interno di una stanza piccola bassa ed oscura.
Era di San Pietro o San Paolo non ricordo bene, perchè ero rimasto molto deluso.
Non avevo fatto il salto nel tempo come pensavo, ma ero rimasto nell’era contemporanea. Sicuramente la vera causa era stata la mia volontà assoluta di determinarmi ora nella conoscenza maggiore del mio passato, dimenticando che certi viaggi nelle diverse dimensioni, avvengono quando esiste l’armonia completa del Corpo dell’Anima e dello Spirito. (Riflesso della Trinità Divina?)
Davanti a me c’era la tomba a sarcofago tutta in marmo a forma rettangolare, con la presenza di alcuni turisti mentre un fatto a cicerone spiegava loro, il significato tradotto dell'epigrafi segnate sulla tomba.
Le stesse erano scritte sul marmo tombale in basso, in forma lineare una sopra l’altra.
La prima epigrafe più in basso sapevo che era stata scritta più anticamente, e non riuscivo a leggerla minimamente, mentre la seconda la leggevo benissimo perché sapevo di averla scritta io a quel tempo, per cui mi veniva facile tradurla e mentre la leggevo, mi accorsi che il cicerone con l’aria del sapiente ai pochi turisti presenti, ne dava una traduzione completamente sbagliata. Questa sua involontaria falsa traduzione mi dava enormemente fastidio.
Per sapere dove mi trovavo esattamente, mentalmente uscii fuori dalla stanza. Ero a ROMA davanti a delle antiche rovine romane sparse qua e la,
e non riuscendo a focalizzare il luogo perché non lo conoscevo esattamente, con la vista della mente girai nei dintorni fini a scorgere alle spalle, l’Altare della Patria di Piazza Venezia vista da dietro.
Rientrai nel mio corpo non completamente soddisfatto, anche se ero venuto in conoscenza di una mia vita precedente nella quale ero stato credo, un addetto alle scritture specificatamente delle tombe funerarie.
Sicuramente questo ancestrale mestiere oggi mi ha reso possibile scrivere questo libro, nonostante sono stato lontano da sempre dalla scrittura e letteratura, con un’attuale e scarso titolo di studio della terza media, presa per forza anche perché ho sempre odiato scrivere leggere e studiare.
Però non ho accettato il credere definitivamente alla reincarnazione soltanto per via delle mie due esperienze, è anche vero che ormai la mia curiosità era soddisfatta però non volevo cadere nella tentazione, di vedere i particolari della mia vita precedente. Sinceramente la cosa mi terrorizzava però morbosamente allo stesso tempo mi incuriosiva. Ho chiuso la cosa consapevole che la conoscenza del passato, non avrebbe migliorato il mio presente anzi, chissà che casini avrei scoperto come se gli attuali non bastassero.
Mi sono spesso domandato: non è forse Dio così grande e buono da darci altre possibilità di redenzione che nella vita passata ed ora presente, ostinatamente continuiamo a rifiutare?
Il nostro continuo peccare non è mai simile al passato. Le reminiscenze ancestrali ci portano istintivamente, a distaccarci o dissociarci da simili azioni e pensieri per natura ostili, perché ledono la nostra spiritualità.
Le rinascite si realizzano nelle condizioni sociali sessuali economiche culturali ed ambientali, atte alla comprensione delle problematiche sia individuali che sociali, che nelle vite precedenti trovavano in noi forme di incomprensione errore e disimpegno. Non ho detto che ciò avvenga unicamente su questa terra. Menzionando il libero arbitrio farà riflettere il fatto che certi pregiati scienziati illuministi artisti, non solo sono i primi a credere nella reincarnazione, ma il loro attuale percorso di vita non è che la continuità, di ciò che avevano lasciato forzatamente in sospeso nella vita precedente, per questo oggi sono più avanti e migliori di noi nei loro diversi cammini di vita. Volli fortissimamente volli, è stato sempre il loro motto.
Vivere le diverse realtà sociali culturali e di pensiero, maturerà in noi
il beneficio della comprensione e del perdono umano, nel rispetto reciproco perché tutti fratelli e sorelle, rendendo cosi più ricca tutta la nostra luce spirituale vero obiettivo della vita terrena, la quale troverà nella conclusione delle più rinascite, finalmente la vita eterna perché nuovamente ritornati, nello spirito primordiale e cosmico Divino.
Oggi per me l’unica tenue amarezza, è non poter conoscere in anticipo la mia prossima reincarnazione, perché la mia attuale esistenza modifica continuamente, il mio futuro prospetto della rinascita. Ciò avverrà fino all’ultimo mio sospiro, che concluderà la fine della mia attuale vita terrena.
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