Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole fino ad ubriacarlo accade che, se i governati resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni.
E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, un servo;
accade che il padre impaurito finisca per trattare il figlio come suo pari e non è più rispettato;
che il maestro non osi rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui;
che i giovani pretendano gli stessi diritti e la stessa considerazione dei vecchi, e questi, per non sembrare troppo severi, danno ragione ai giovani.
In questo clima di libertà e nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno.
In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta:
la tirannia.
PLATONE (427-347 a.C.) - La Repubblica, Libro VIII
^°^°^°^°^°^°^°^°^°^°
Sembra la denuncia di un uomo saggio dei nostri giorni...
Ed è vero che "non c'è niente di nuovo sotto il sole".