Istinto animale/Bestiale

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Heartless-
00martedì 10 gennaio 2006 13:40
Domenica sera,venti e trenta circa.
Sento il cane di mia suocera guaire.Corro verso la strada,avevamo appena parlato di lui davanti alla tavola imbandita per il compleanno di mia cognata,avevamo appena detto che si era calmato e che l'eta',quattordici anni umani,lo avevano un po'tranquillizzato...Arrivato sul ciglio della strada,accanto al mio cancello vedo una cagnetta piccola e bianca scappare verso la discesa e un pitbull nero correrle dietro,per strada,rivolto di schiena e pieno di sangue,Yoghi.
Il suo pelo bianco era del colore del sangue,la mia maglietta bianca,color sangue,la strada da dove l'ho raccolto,sangue.Grido in casa a piu'non posso,Arianna mi porta le chiavi e intanto cerca al cellulare il veterinario per l'urgenza.Sangue. La sera fino alla mezzanotte la passiamo tra flebo,lastre,prelievi,tosature di zampe e punti... Yoghi come dice il veterinario e'un cagnaccio che ne ha viste tante ma stavolta e'sotto shock. Il pitbull lo conosco,ogni tanto scappa dal giardino dove lo tengono,e'buono come il pane,ogni tanto mi fermo a coccolarlo e accarezzarlo,lo stesso fa Arianna.
Istinto Bestiale,davanti alla femmina i due cani che non si sarebbero mai calcolati a vicenda sono diventati nemici giurati.
Istinto e sangue..
Istinto bestiale il mio,mentre tenevo sul braccio il muso addormentato dallo spavento di Yoghi pensavo alla vendetta,non verso il cane ma verso i suoi proprietari.Pensavo a due molotov costruite ad hoc con due bottiglie di stravecchio,un lembo di federa che brucia piu'lentamente e un accendino...
Istinto bestiale e sangue..

Lunedi'Pomeriggio,diciassette circa.
Sul retro del negozio abbiamo lasciato la poltrona dove durante le feste abbiamo fatto riposare babbonatale,fa freddo.L'aria e'fredda e pungente per noi che abitiamo in questo paradiso climatico.Mangio delle crocchette che ci hanno regalato.Sulla poltrona arriva una gatta,bellissima,e'gravida.Si ferma sul cuscino e si rannicchia tutta tutta verso il fondo in modo da non essere colpita dal vento,apro la porta a vetri rumorosa e esco per accarezzarla,scappa.Istinto animale.Non credo che abbia paura ma non si fida e si tiene a distanza,e quando richiudo la porta torna a sedersi sulla poltrona.Faccio il giro dall'altra parte,passo dall'edicola e mi faccio prestare uno scialle,mi avvicino di soppiatto e la copro,mi guarda con i suoi occhioni verdi verdi e non si fida,si allontana.Rientro al lavoro.Ore venti.torno a guardarla e si e'infilata sotto lo scialle,al riparo,mi guarda ma non scappa,non si fida.Istinto animale.Ventuno e quindici,si chiude bottega.mi affaccio dalla porta a vetri,usciamo e lei e'li'sotto,sembra anche che russi.Mi allontano,non mi fido.Accendo la moto e Davide mi chiama,mi volto e la gatta e'li',sulla mia sella.Istinto animale,forse non si fida,ma almeno non ha paura.ci guardiamo.
Istinto animale,ci sono persone di cui mi fido,e alle quali darei la mia vita,intanto mi allontano.Guardiamoci.

Senzacuorenéstoria.

LUCE viola
00martedì 10 gennaio 2006 14:01
il mio primo amore..
L'ho conosciuto cinque o sei giorni dopo la mia nascita, quando i miei mi hanno portato a casa per la prima volta..lui era stato il loro primo figlio, l'avevano preso un mese dopo essersi sposati.
Non ricordo il nostro primo incontro, ma, guardando alla mia infanzia non vedo un luogo dove non ci sia...prima che nascesse mia sorella, era con lui che mi nascondeve nelle scatole di cartone colorato in salotto, quelle che vengono regalate per Natale e contengono ogni genere di cibarie, mio padre ne ha sempre ricevute a migliaia...era con lui che giocavo alla mamma e al bambino, e secco com'era, c'entrava perfettamente nel passeggino con il vestito di Sbrodolina addosso, oppure mi divertivo a farlo camminare su due zampe, convinta che, prima o poi, come me, avrebbe imparato anche lui...era a lui che, in giardino, d'estate offrivo i miei tè con i biscotti, mentre lui, poveraccio, cercava di sfuggirmi malamente, nascondendosi tra l'erba...
Era un gatto eccezionale, Barone, un bellissimo persiano color avorio, che ho amato eccezionalmente, come credo di non aver mai fatto con nessun'altro animale...aveva vent'anni quando è morto, era appena uscito da una bruttissima polmonite, ma ce l'aveva fatta anche stavolta, la sua voglia di vivere,il suo istinto alla vita, l'avevano di nuovo portato avanti...stava attraversando la strada quando un pazzo al volante l'ha investito, senza neanche fermarsi, lasciandolo lì, bello e regale com'era sempre stato, stavolta distrutto e improvvisamente vecchio, e senza vita, sull'asfalto.
Una donna che l'ha visto, non si è peritata a cercare di fare qualcosa, ma, essendogli sgradevole il rumore di scricchiolio facendo retromarcia, l'ha buttato nel cassonetto, senza tanti convenevoli.
Io ero al mare, in quei giorni...mio padre invece era a casa, lo cercò tutta la notte, finchè non fece coraggio a sè stesso guardando nel cassonetto...e lui era lì, seppellito dai rifiuti.
Mio padre ha pianto, mia madre anche, io e mia sorella non ne parliamo...l'abbiamo seppellito, ma ancora oggi, mi manca.

Ti voglio bene Barone

p.s.scusa massi, so che non c'entra molto con il tuo post, ma è questo l'istinto che è emerso dentro di me, quello di parlare del mio piccolo grande amico e ricordarlo con tutto l'affetto possibile.


poeta76
00martedì 10 gennaio 2006 17:30
Era una femmina di alano, si chiamava afra ma la chiamavano mosca e non so perché. Avevo ventiquattro anni e lei otto mesi, quando me la diedero. Viveva in una carrozzeria, era denutrita, sporca e malandata, quando serviva il suo padrone la portava in giro chiusa nel bagagliaio dell’auto. Abitavo nel Lazio in quel periodo, così la feci salire sul sedile posteriore della mia auto e la portai a Tivoli, nella città più vicina a me. Lì andammo da un veterinario: vaccini, bagno, collare e guinzaglio nuovi, cibo adatto e, siccome avevo avuto cani fin da infante ma alani mai… un libro per saperne di più su quella razza.
Quando la riportai due giorni dopo, a far vedere al suo precedente padrone come si trattavano i nostri “amici”, mosca era un altro cane e quando andandomene, la richiamai per farla salire in auto, nemmeno si voltò vero di lui che la chiamava.
Il nostro fu un amore a prima vista, abbiamo vissuto assieme per qualche anno, tra il Lazio, il Veneto e la Campania. Zingaro io… zingara lei. Non m'interessa se era di razza e dei premi che ha vinto facendola partecipare per gioco ai concorsi, era la mia amica più fedele e basta. Quando c'ero, stavamo praticamente sempre insieme e quando ritornavo, sentiva il motore gia ad un chilometro di distanza, cominciando ad agitarsi. Era la mascotte dei bambini del quartiere, era più alta di loro ma ci giocavano tutti senza timore perché nonostante la sua mole, era dolcissima, con due occhi e il modo di guardare, che ti strappavano il cuore e, a volte, per pochi passi, le mettevo in groppa mia figlia Valentina.
Dire in poche righe cosa fosse mosca per me è praticamente impossibile.
Aveva poco più di sei anni, quando si ammalò. In quel periodo eravamo a Napoli, lì, vicino quella che era la casa dei miei, c'è la l'università veterinaria, con relativa clinica. Quando la portai (ovunque la portassi) a farla visitare, si creò il subbuglio, a quei tempi, soprattutto a Napoli, di alani (danesi, come erroneamente molti li chiamavano) e soprattutto neri, in giro non se ne vedevano. Inutile dire che dopo poche visite tutti conoscevano "mosca", dal custode agli inservienti, a tutti i medici veterinari. Solo che mosca era grave, le avevano diagnosticato un tumore alle ovaia e dovevano operarla, un'operazione abbastanza costosa, ma non c'era prezzo che tenesse e la data dell'operazione fu fissata per il giorno ventisette agosto.
Erano le quattro del mattino, del il venticinque agosto, mosca...emetteva l'ultimo rantolo tra le mie braccia, distesi sul pavimento della camera da letto dei miei, dove stremata si era lasciata andare…da ore...
Non versai un sola lacrima.
La mattina stessa (non chiedetemi come), la feci cremare al macello comunale, non volevo che quello che rimaneva di lei, subisse eventuali scempi. Passai per la clinica veterinaria a disdire l'operazione, tra la costernazione generale e ripartii.
Esattamente un mese dopo, alla stessa ora, nacque mio figlio Antonio (i casi della vita), Antonio adesso ha diciassette anni compiuti.
Mosca è ancora qui con me: nel mio cuore e in quello della mia famiglia, e, nei suoi svariati oggetti personali che mia figlia conserva gelosamente, in poche foto e...ritratta su un anello (testa di alano in oro bianco montata su oro giallo), l'unico anello che ho mai portato, che mia moglie vide per caso in una gioielleria e che mi regalò.
In tutti questi anni, durante i miei periodi di solitudine, lei mi ha fatto compagnia così, guardandomi da questo anello e perché no? A volte anche proteggendomi.


Le scuse anche da parte mia, nemmeno il mio post c'entra qualcosa...

Stregadelmare
00mercoledì 11 gennaio 2006 21:59
Sì, Massi...guardiamoci...



P.S. Puoi allontanarti quanto vuoi...tanto ti raggiungo..o torni indietro...

[Modificato da Stregadelmare 11/01/2006 22.03]

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