Quello che sono in procinto di commentare è un film di fantascienza in cui si precognizza un futuro nel quale gli sviluppi della tecnologia hanno portato l'uomo a dar vita a invenzioni strepitose.
Eppure non sono in grado di inserire la tag [Cinema] nel titolo di questa discussione. Invito qualsivoglia mod del topic a intervenire.
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Io, Robot" (titolo originale: "
I, robot"... Prevedibile, nevvero?) potrebbe all'apparenza sembrare l'ennesimo polpettone fantascientifico Hollywoodiano pregno di pseudo-filosofia ed esplosioni assortite. Sebbene i presupposti da cui dovrebbe partire la trama lascino pensare che tale apparenza corrisponda a realtà, mi sento obbligato a dirvi che, pur non trattandosi di un capolavoro, è comunque meno peggio di quello che sembra. Me neanche più di tanto.
Innanzitutto, va ricordato ai profani della fantascienza che la pellicola in questione è ispirata all'omonima raccolta di racconti di Isaac Asimov incentrati sullo sviluppo della robotica nel futuro prossimo venturo. Nel mondo descritto dall'autore de "Le fondazioni" l'umanità ha creato generazioni di droidi sempre più progrediti. La legislazione relativa a tale evoluzione tecnologica è costituita da 3 fondamentali leggi in base alle quali deve essere programmato il software di ogni singola unità robotica: ciò implica speculazioni più o meno complesse, più o meno interessanti.
Il progetto "Io, robot", ad Hollywood, è divenuta la storia di un paranoico agente di polizia interpretato da Will Smith, un tipo avverso all'esponenziale sviluppo del mercato della robotica. Convinto che, nonostante la loro perfetta programmazione, i droidi possano essere in grado di compiere crimini, è forse l'unico pazzo lucido di mente della società in cui vive, irriducibile difensore del proprio senso critico o forse, più semplicemente, succube di alcuni fantasmi del passato (come si scopre poco prima delle ultime, mirabolanti scene d'azione del film).
Tutta la vicenda, comunque, ruota attorno a due elementi: uno scienziato talmente illuminato da prevedere lo sviluppo della razza robotica ed un'azienda priva di scrupoli che farebbe di tutto per lanciare sul mercato nuovi modelli di droidi.
Per quanto concerne un'analisi prettamente tecnica dell'opera, c'è da dire che la consistenza di molte scene è quella di un film come "Men in black" (merito forse della caratterizzazione del personaggio interpretato da Will Smith, in linea con altri ruoli da lui sostenuti in altri film) e "Minority Report" (grazie a piccole, pause di riflessione relative al significato della parola "umanità" e "vita" pregevolmente inserite fra una sparatoria e l'altra).
Ulteriori elementi che aggiungono un sapore di "già visto" al tutto sono la robopsicologa-gnoccona-scettica-ottusa, alcune scene finali di piacevole impatto ma banalmente sviluppate e i dialoghi a tratti scialbi e stereotipati.
In poche parole: se cercate una fedele trasposizione cinematografica dell'universo descritto da Asimov in "Io, Robot", non avete che da rimanerne delusi. Del garbo e della compostezza dello stile narrativo del suddetto scrittore non c'è proprio nulla se non l'interessante interrogatorio fra il poliziotto paranoico protagonista della vicenda e il droide catturato dalla polizia, Sonny. Oltre a questa piccola chicca (peraltro troppo legata ai clichè cinematografici relativi agli interrogatori polizieschi) non c'è davvero molto altro.
Se invece amate questo modo di far fantascienza tanto fracassone e fintamente filosofico, non avete che da vedervi 'sta roba.
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Il cielo stellato che è sopra di me. La legge morale che è in me.
[Modificato da Morgan Fairfax 30/04/2005 16.39]
[Modificato da Morgan Fairfax 30/04/2005 16.39]
[Modificato da Morgan Fairfax 30/04/2005 16.41]
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[Modificato da Morgan Fairfax 30/04/2005 16.42]