Incenso, il profumo preferito dalla regina Hatshepsut

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-francis-
00lunedì 16 marzo 2009 12:28
Profumo d'incenso.
Era questo il preferito della regina egiza Hatshepsut, che governò l'Egitto intorno al 1479 avanti Cristo, in rappresentanza del suo figliastro Thutmoses III, che allora aveva solo tre anni. Un interregno che sarebbe dovuto durare fino alla maggiore età del ragazzo, ma che in realtà si protrasse per 20 anni.

"Lei - commenta Michael Höveler-Müller curatore del Museo Egizio dell'Università di Bonn - teneva sistematicamente Thutmoses lontano dal potere". Una donna di potere, ma sempre una donna e come tale amava le "cose" femminili, come ad esempio i profumi. Il suo preferito sembra essere stato l'incenso, il profumo degli dei. A far pensare all'incenso, hanno ricostruito gli scienziati, i frequenti viaggi verso verso Punt, la moderna Eritrea, una località dalla quale gli egizi importavano merci preziose, come ebano, avorio, oro e anche l'incenso che si pensa servisse alla regina per profumarsi. Sembra che le spedizioni abbiano portato indietro verso l'Egitto anche intere piante di incenso che Hatshepsut fece piantare vicino alla sua tomba. Ora vengono studiati gli antichi flaconi in filigrana nel tempio funerario e sui quali c'è inciso il nome della regina, segno che un tempo sono certamente appartenuti a lei.

"Stiamo pensando di farli analizzare al Dipartimento di radiologia della clinica universitaria, una cosa che non era stata mai fatta prima su questo tipo di reperti", spiega Höveler-Müller. I raggi X riusciranno, secondo lo scienziato, a distinguire i componenti dei residui essicati ritrovati all'interno dei flaconi. I risultati saranno pronti in un anno e se andrà bene sarà possibile "far rivivere " il profumo che 3500 anni fa usò questa regina e ritrovato fra gli oggetti funerari. Segno che lo amava molto e la speranza è di poterlo riprodurre. Hatsheput, morì nel 1457 avanti Cristo, la sua tomba che condivideva con la sua nutrice, fu scoperta nel 1903, 3300 anni dopo la morte, da Howard Carter.

Ma solo dopo più di 100 anni , nel 2007, è stato possibile identificarle tramite l'analisi del DNA e lo studio dell'arco dentario. Le analisi hanno rivelato che la sua età doveva essere al tempo della morte intorno ai 45-60 anni. Era una donna piena di "acciacchi": era in soprappeso, soffriva di diabete, aveva il cancro, l'osteoporosi e l'artrite. Insomma, proprio come una regina non aveva voluto rinunciare a nulla, nel bene e nel male. Il suo figliastro non l'amò mai, anzi dalle ricostruzioni sembra che non abbia versato un lacrima quando la regina morì e si affrettò subito a distruggere tutte le sue immagini e tutto ciò che era appartenuto a lei.

(Fonte: Virgilio)
antonio crasto
00lunedì 16 marzo 2009 14:46
Re:
-francis-, 16/03/2009 12.28:

Profumo d'incenso.
...
Sembra che le spedizioni abbiano portato indietro verso l'Egitto anche intere piante di incenso che Hatshepsut fece piantare vicino alla sua tomba.
...
Hatsheput, morì nel 1457 avanti Cristo, la sua tomba che condivideva con la sua nutrice, fu scoperta nel 1903, 3300 anni dopo la morte, da Howard Carter.

Ma solo dopo più di 100 anni , nel 2007, è stato possibile identificarle tramite l'analisi del DNA e lo studio dell'arco dentario. Le analisi hanno rivelato che la sua età doveva essere al tempo della morte intorno ai 45-60 anni. Era una donna piena di "acciacchi": era in soprappeso, soffriva di diabete, aveva il cancro, l'osteoporosi e l'artrite. Insomma, proprio come una regina non aveva voluto rinunciare a nulla, nel bene e nel male. Il suo figliastro non l'amò mai, anzi dalle ricostruzioni sembra che non abbia versato un lacrima quando la regina morì e si affrettò subito a distruggere tutte le sue immagini e tutto ciò che era appartenuto a lei.

(Fonte: Virgilio)



Il solito articolo condito di errori e notizie inventate.
Le piante d'incenso furono sistemate nel primo cortile del tempio dei milioni di anni a Deir el-Bahari, che come tutti sanno non era dedicato a contenere le spoglie del faraone-donna.
La data del 1457 non è certa e sarebbe meglio indicarlo.
Non mi risulta che sia stata effettuata un'analisi del DNA o che di essa si conoscano i risultati.
Cosa significa che come una regina Hatshepsut non volle rinunciare a nessun acciacco!!!
Non è sicuro che Thutmose III abbia odiato la matrigna.
La storia delle lacrime non versate da Thutmose III mi sembra una emerita scemenza.
La damnatio memoriae da parte di Thutmose III non è assolutamente certa.

-Kiya-
00lunedì 16 marzo 2009 20:13
Condivido pienamente ogni appunto mosso da Antonio e aggiungo che l'articolo originale, scritto in inglese, riporta semplicemente che l'incenso potrebbe essere stato una delle essenze utilizzate e, quindi, uno dei costituenti il profumo preferito da Hatshepsut e non che la Regina amasse profumarsi con l'incenso. La presenza di incenso, ritenuto "il profumo degli Dei", avrebbe dovuto, secondo il parere di chi scrive, sottolineare la posizione privilegiata di Hatshepsut, in quanto riconosciutasi figlia diretta di Amon.

Il fine dell'analisi che si intende eseguire sarà quello di individuare quali ingredienti fossero impiegati per produrre quanto ha lasciato tracce nel flacone che riporta il suo nome.

L'articolo, inoltre, riporta che alberi di incenso, originari di Punt, furono piantati nei pressi del Tempio Funerario della Sovrana e non nelle vicinanze della sua tomba.

antonio crasto
00lunedì 16 marzo 2009 22:03
E' la solita storia. Giornalisti poco preparati che poco si intendono di civiltà egizia.
Hatshepsut prese le piante d'incenso perché queste producone delle essenze "le lacrime di dio". La piantagione nel cortile del suo tempio giubilare era un omaggio ad Amen, da le considerato suo padre carnale.
A proposito del cortile del tempio, avete mai notato che prima della grande scalinata furono realizzate due strutture a forma di T rovesciata. Questa forma si è propagata per circa 4000 anni, ma gli egittologi non hanno ancora fornito una valida spiegazione.
-Kiya-
00lunedì 16 marzo 2009 22:07
La stessa forma a "T" caratterizza la composizione di bacini idrici (vasche) che furono alloggiate all'interno del Maru Aton, ad Akhetaton.
.Bata.
00martedì 17 marzo 2009 08:44
Mi par di ricordare che nel primo cortile del tempio funerario in questione oltre alle piante d'incenso fossero stati realizati degli stagni con pesci e piante acquatiche, è quindi ipotizzabile che le strutture indicate da Antonio fossero proprio questi laghetti artificiali.

I laghetti di cui sopra non sono da confondersi con il lago sacro che ogni tempio memoriale aveva (più o meno esteso) in quanto quello di questo tempio si sarebbe situato esattamente dove oggi esiste il parcheggio degli autobus turistici.

Che veramente ci sia da sgombrare gran parte delle strutture moderne (vedi anche la tettoia della Valle dei Re)???????

Ciao, BATA
-francis-
00martedì 17 marzo 2009 11:45
Il profumo degli antichi egizi
Fra un anno si potrà sapere che fragranze usavano i faraoni. Li stanno «ricreando» ricercatori di Bonn

Ricercatori di Bonn hanno iniziato le analisi radiologiche di un flaconcino di profumo risalente all’antico Egitto su cui è impresso un nome: Hatshepsut.

HATSHEPSUT - Si tratta della regina più famosa dell’epoca dei faraoni, che divenne sovrana nel 1479 a.C. e regnò per un lungo periodo, inizialmente come tutrice del figliastro Thutmosi III. Grande personaggio dal fascino androgino è l’unico faraone di sesso femminile rappresentata spesso vestita da uomo. Eppure, a dispetto del look virile, pare che questa regina fosse una vera patita di profumi, soprattutto in seguito a una spedizione nell’allora regione di Punt (l’attuale Eritrea), da cui tornò carica di essenze di ogni tipo dalle quali ricavò la sua fragranza prediletta, racchiusa nel misterioso flacone studiato dagli scienziati del dipartimento di radiologia della clinica universitaria di Bonn.

IL PROFUMO DELLA REGINA - Si tratta di residui secchi di un fluido, composto soprattutto da resine appartenenti alla grande famiglia dell’incenso, ma tra circa un anno potremo sapere esattamente quali fragranze utilizzassero gli antichi egizi, notoriamente all’avanguardia nell’uso delle essenze. Sembra infatti che proprio in Egitto nasca la storia dei profumi, inizialmente legata ai riti religiosi per poi divenire usanza profana.

LA MORTE DEL FARAONE – In questa cultura il profumo era una sorta di tramite con le divinità e alla morte del faraone si usava privare il corpo delle viscere, pulirlo con olio di pino e riempirlo di essenze, attraverso il rito dell’imbalsamazione. Ma a un certo punto anche questa civiltà conobbe il lusso e la piacevole frivolezza e le sostanze odorose iniziarono ad essere impiegate anche come vezzo femminile e strumento di seduzione, proprio come oggi. E tra le prime a usare il profumo in modo profano fu proprio Hatshepsut, monarca di sesso femminile molto amata e poi molto odiata, femminista ante-litteram, ritratta talvolta addirittura con una barba finta. Eppure così femminile.

(Fonte: Corriere della sera)
-francis-
00martedì 17 marzo 2009 17:28
SARA' RICOMPOSTO PROFUMO FARAONE DI 3500 ANNI FA

ROMA - Difficile prevedere se incontrerà i favori delle mode del momento in fatto di profumi, certo è che sta per partire un"impresà senza precedenti: studiosi tedeschi tenteranno di ricostruire un profumo utilizzato dalla "regina d'Egitto" 3500 anni fa, ovvero dal 'faraone donna' Hatshepsut. Infatti archeologi del Museo Egizio dell'Università di Bonn stanno studiando i residui, conservati incredibilmente bene, del contenuto di un flacone che doveva probabilmente contenere una miscela profumata appartenuta alla 'regina' Hatshepsut.
L'analisi biochimica dalle 'tracce' di profumo faraonico permetterà di ricostruirne la 'ricetta', ha dichiarato Michael Hoveler-Muller. Hatshepsut assunse le redini nel potere all'incirca nel 1479 AC, lei fu in realtà la reggente al trono nel periodo di interregno in attesa che il suo figliastro Thutmose III divenisse adulto; ma Hatshepsut fu una 'donna di ferro' e per vent'anni a tutti gli effetti mantenne il potere. Sull'ampolla ritrovata c'é l'iscrizione del suo nome, cosa che prova gli sia appartenuta. Attraverso i raggi X i ricercatori tedeschi sono riusciti a dimostrare chiaramente la presenza di residui secchi di fluido nel faraonico flacone. Adesso i farmacologi stanno cercando di capire di cosa fosse composto il profumo, sicuramente incenso, ha ipotizzato Hoveler-Muller. Se ci riusciranno, ha concluso, proveranno a ricostruire la fragranza, ridando così 'vita' al ricordo di una 'regina' che, in una sorta di condanna alla 'damnatio memoriae', Thutmose III aveva provveduto a cancellare rimuovendo tutte le icone di Hatshepsut che potessero rimandare alla grandezza del suo regno. (ANSA).
.Bata.
00martedì 17 marzo 2009 17:57
Forse ricordo male o, molto più probabilmente, mi mandano in confusione i vari stafalcioni che leggo, non ultimi questi così come ha fatto notare Antonio, ma la barba finta era prerogativa e segno distintivo del sovrano donna o uomo che sia.

Se guardiamo i dipinti e la statuaria dei faraoni noteremo che sul profilo della mascella corre sempre un segno che altri non è che la cordicella che regge la barba finta.

Ciao, BATA.
(richard)
00martedì 17 marzo 2009 21:40
Per gli antichi egizi l'incenso sara' stato pure il miglior profumo
o la base di tante variazioni di altre essenze aromatiche,ma personalmente l'odore dell'incenso mi disturba.
-Kiya-
00martedì 17 marzo 2009 22:40
E' decisamente una questione di gusti :)
Io lo amo profondamente, invece.
Sia per l'uso abituale, come profumatore di ambienti, ma soprattutto "infonditore" di relax e quiete, sia come olio essenziale per la profumazione del corpo.

Ragion per cui no sono affatto sorpresa dalla notizia qui riportata.

;)
roberta.maat
00martedì 17 marzo 2009 23:02
W W W il profumo in tutte le sue espressioni.....se ha poi la nobiltà di un sapore antico è ancora meglio !
antonio crasto
00mercoledì 18 marzo 2009 10:12
Inserisco un'immagine di una delle due T inverse situate ai lati della strada di accesso alla prima scalinata.
-francis-
00mercoledì 18 marzo 2009 11:31
Che strana... non l'avevo mai vista. Ma forse nel 2006 non era ancora stata rilevata.
-Kiya-
00mercoledì 18 marzo 2009 11:35
Questa è la sezione dei bacini a T rinvenuti nel Maru Aten:



antonio crasto
00mercoledì 18 marzo 2009 11:57
La sezione a T rovesciata forse più antica è quella del Tempio a Valle di Khafra.
Io sono convinto che la forma a T sia associata alla rinascita celeste mentre la forma inversa, T rovesciata, alla morte terrena.
I templi funerari o quelli dedicati al ricordo degli antenati avrebbero dunque una forma a T rovesciata o comunque un elemento come i due bacini di Deir el-Bahari con questa forma.
Deve essere per altro un caso che la croce egizia e cristiana abbia una forma a T, essa vuole simboleggiare la salvezza eterna e la rinascita celeste.
roberta.maat
00mercoledì 18 marzo 2009 12:23

Inserisco un'immagine di una delle due T inverse situate ai lati della strada di accesso alla prima scalinata.



Anche io vedo qusta immagine per la prima volta !




Questa è la sezione dei bacini a T rinvenuti nel Maru Aten:



Ma che meraviglia !

-Kiya-
00mercoledì 18 marzo 2009 13:13
La suddetta forma spesso si incontra anche nelle piante tombali della Valle, se non erro...
antonio crasto
00mercoledì 18 marzo 2009 13:13
Dall'immagine sembrerebbe di poter dedurre che le due strutture a T rovesciata fossero circondate da colonne. Sarebbe interessante trovare la documentazione ufficiale a riguardo.
-Kiya-
00mercoledì 18 marzo 2009 13:14
ti riferisci al Maru Aten, Antonio?

antonio crasto
00mercoledì 18 marzo 2009 13:31
No. Mi riferisco alle aree di Deir el-Bahari (vedi immagine da me pubblicata). Ai lati delle T rovesciate si notano delle macchie più scure in posizione regolare, così da far pensare a basamenti di colonne.
Purtroppo la guida ne sapeva meno di noi.
Se non mi sbaglio nel sito sta lavorando un team di archeologi polacchi. Bisognerebbe rintracciare il loro sito e vedere se hanno pubblicato una specie di diario di scavo.
Diego Baratono.
00giovedì 19 marzo 2009 12:40
Diego Baratono
Interessantissimo il discorso dei bacini idrici legati alle strutture a "T": si conoscono dettagli ulteriori in merito?
Mi viene in mente un collegamento non privo di fascino: la "T" dei "Giusti" biblica (TAU)... stai a vedere che ...
antonio crasto
00giovedì 19 marzo 2009 13:35
Io ritengo che il simbolismo del T (Tau) quale "rinascita" sia molto antico e forse connesso a una civiltà prediluviana. Ha forse un origine stellare legata alla levata eliaca della costellazione della Croce del Sud.
Non deve essere un caso se il geroglifico a forma di T (croce) significa "salvare", inteso forse nel senso di "consentire la salvezza eterna".
Sono concetti chiaramente passati dagli egizi a altre religioni, come quella ebrea e quella cristiana.
Io ritengo però che gli egizi abbiano considerato anche il simbolo inverso, la T rovesciata, commemorando con questo simbolo i loro morti. I due bacini o tempietti alla fine del 1° cortile del tempio dei milioni di anni di Hatshepsut potrebbero dunque indicare e commemorare la morte del faraone donna. Nel caso fossero due bacini sarebbe interessante sapere se in essi venivano contivati fiori acquatici dedicati ai defunti, forse dei loti blu.
Diego Baratono.
00giovedì 19 marzo 2009 14:16
Acqua ed ancora Acqua ...
E' notevole l'abbinamento che fai tra rinascita, purificazione (aggiungo io), salvezza e croce o Tau, che dir si voglia, anche perché il denominatore comune è proprio l'Acqua. L'Acqua è il simbolo di "rinascita" e "purificazione" per eccellenza: dal battesimo cristiano, ai rituali indiani alle piene del Nilo che consentivano a Kemet di rinascere e rinnovarsi. La questione delle Tau è certamente da approfondire. Grazie Antonio, Diego.
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