EARLS COURT - 1° concerto - recensione

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JNT
00giovedì 22 dicembre 2005 20:20
Re:

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http://www.thisislondon.co.uk/music/articles/21254901?source=Evening%20Standard


Duran Duran Earl's Court
reviewed by John Aizlewood,
Evening Standard
(22 December 2005)

If we forget Embrace's extraordinary rehabilitation, the return of Duran Duran is the year's popular music fairy tale. Seemingly has-beens without a record deal, the line-up responsible for the bulk of their hits reconvened in 2003 and promptly returned them to former glories.

Indeed, last night and tonight's Earls Court dates are the climax of a two-year world tour that has visited 22 countries and sold 3,500,000 tickets.

Part of the joy of Duran Duran, aside from singer Simon Le Bon's oafish charm, has always been their ability to get things spectacularly but un-self-consciously wrong.

Last night, the sins of cheapness and vanity combined to ensure there were no giant screens. Naturally this was fine for the lady at the front with her lovingly home-made SIMON SEXGOD banner, but a less fair deal for those in blocks 44 and 45, almost half a mile away.

And then there was John Lennon's Instant Karma. As if to remind us that nobody covers songs quite as gormlessly as Duran Duran, it was rendered without the benefit of its once-striking melody. Unveiled to commemorate the death of the erstwhile Beatle, it empathised rather too strongly by dying on stage.

Elsewhere though, they were terrific. There were still screams for bassist John Taylor, despite his re-confirming the old adage that 44-year-old men look ridiculous in leather trousers. There was still heavy metal guitaring (and a snatch of Free's ghastly All Right Now) from Andy Taylor and the third unrelated Taylor, Roger, was allocated a drum solo that lasted exactly 12 seconds.

Over two breezy hours, they played a few album tracks (the opening Friends Of Mine is a lost gem), four songs from the reunion album Astronaut, including the heroic (Reach Up For The) Sunrise, and allowed keyboardist Nick Rhodes - looking more like Boris Johnson's fashion-conscious twin with each passing year - a Krautrock interlude.

But, reassuringly, this was a gratefully received and gratefully played memory-jogging, singalong hits show and during Save A Prayer, Le Bon good-naturedly surrendered to allow the crowd to do his job for him.

Le Bon dedicated Come Undone to newlyweds Elton John and David Furnish: "they're probably in the pub now, knocking back a few beers".

Later, stoically resisting the temptation to bless them, he sang Ordinary World on behalf of the "peacemakers".

Planet Earth was newly guitar-driven, Girls On Film an enhanced 10- minute ?extravaganza, and Rio equal parts glamorous, shallow and funny.

Nothing, though, could possibly eclipse the knowing ludicrousness of the finale, The Wild Boys, sung by Le Bon in a red shirt and accompanied by weedy fire effects. After that, nobody (save those who couldn't see at the back) departed feeling anything but delighted.




TRADUZIONE (tra parentesi i miei commenti:

Se dimentichiamo la riabilitazione straordinaria degli Embrace (e chi sono?!?!... mah...), il ritorno dei Duran Duran è la favola della musica pop dell'anno. Apparentemente senza un contratto, la line-up responsabile del grosso dei loro successi si è riunita nel 2003 e subito sono ritornati alle glorie precedenti.

In verità, i concerti all'Earl's Court di ieri sera e stasera sono l'apice di un tour mondiale di due anni che ha visitato 22 paesi ed venduto 3.500.000 biglietti (così tanti? davvero? non pensavo WOW!!!)

Buona parte del bello dei Duran Duran, a parte il fascino del cantante Simon Le Bon, è stata sempre la loro capacità di prendere le cose in modo spettacolare ma allo stesso tempo coscientemente sbagliato.

Ieri sera, i peccati di economicità e vanità combinati (ah ah ah... che spiritosono questo giornalista!!!) assicuravano l'assenza di schermi giganti. Naturalmente questo poteva andare bene per le signore davanti, coi loro adorabili striscioni "SIMON SEXGOD" fatti in casa, ma molto meno bene per quelle nei blocchi 44 e 45, quasi mezzo miglio lontano.

E poi c'era Istant Karma di John Lennon. Come a volerci ricordare che nessuno esegue le cover così senza gusto come i Duran Duran, la canzone è stata resa senza nemmeno il beneficio della bella melodia a suo tempo sorprendente. Sorpresi a commemorare la morte dell'ex Beatle, si sono identificati a tal punto da ucciderla sul palco.

A parte questo tuttavia, sono stati straordinari.
Ci sono state ancora grida per il bassista John Taylor, malgrado abbia riconfermato il vecchio adagio che gli uomini di 44 anni sembrano ridicoli nei pantaloni di pelle. C'è stato ancora il guitaring di metallo pesante (ed un accenno dell'orrenda All Right Now dei Free) di Andy Taylor mentre al terzo Taylor senza rapporti di parentela, Roger, è stato concesso un assolo di batteria durato esattamente 12 secondi.

In due ore da pelle d'oca hanno suonato alcune album tracks ("Friends of Mine" è una gemma nascosta), quattro canzoni dall'album di reunion "Astronaut", compresa l'eroica "(Reach Out for the) Sunrise", ed hanno consentito al tastierista Nick Rhodes - che col passare degli anni assomiglia sempre più al gemello fighetto di Boris Johnson (e chicazzo sarebbe?) - un intermezzo di rock teutonico.

Ma, fortunatamente, è stato anche un salutare joggin della memoria, un karaoke hit show ricevuto con gratitudine e con gratitudine suonato, e durante "Save A Prayer", il "buonista" Le Bon si è arreso e ha consentito alla folla di fare il lavoro al posto suo (ah ah ah... sempre più simpatico! [SM=x580578] )

Le Bon ha anche dedicato "come Undone" agli sposi novelli Elton John ed a David Fournisc: "che adesso probabilmente sono nel pub a brindare con alcune birre".

Più tardi, resistendo stoicamente alla tentazione di benedirli, ha quindi cantato "Ordinary World" a nome dei "mediatori di pace".

Planet Earth è stata rivitalizzata dalla chitarra portante, Girls On Film una migliorata stravaganza di 10 minuti, e Rio in parti uguali affascinante, leggera e buffa.

Nulla, tuttavia, potrebbe eclissare la ben nota assurdità della finale Wild Boys, cantata da Le Bon in una camicia rossa ed accompagnato da effetti di fuoco un po' mosci.
Dopo questo, (eccetto coloro che non vedono di buon occhio il loro ritorno) nessuno se ne andato sentendosi meno che deliziato.


Nota: il sempre più sarcastico e indefinibile humor inglese potrebbe far sembrare questa recensione negativa, ma invece non lo è: questo giornalista è ben noto per il suo sarcasmo e quella di cui sopra è in assoluto una delle migliori recensioni da lui scritte, in quanto è difficile che si lasci sfuggire parole come "straordinari" e "pelle d'oca"
Claudia.C
00giovedì 22 dicembre 2005 20:27
Grazie per la traduzione, per chi non mastica l'inglese come me è stata molto gradita! [SM=x580577]
Effettivamente all'inizio dell'articolo parevano tutte rose e fiori che quasi stentavo a credere che un giornalista ne potesse parlar bene... [SM=x580567] poi però sono venute fuori le solite frasi trite e ritrite sui duran che non sanno suonare, che sono vecchi ecc. ecc.. [SM=x580565]
Se però dici che è una delle recenzioni più positive di questo giornalista andiamo bene, non oso pensare a come stronca qualcuno se proprio non gli piace!!!! [SM=x580561]
domytaylor
00sabato 24 dicembre 2005 16:51
Ehehe... l'articolo l'ho letto il 22 mentre ero in fila (me lo hanno passato le fans inglesi, quelle del cartello SIMON SEXGOD!) e le inglesi non erano molto felici della recensione!!
Cmq a me non importa, tanto i giornalisti non hanno MAI capito una cippalippa! Per me sono stati fantastici (più il 21 che il 22) e i botti su Wild Boys a me sono piaciuti molto (anche se nessuno mi ha detto nulla, birbanti! e al primo botto mi ha preso un colpo!!!!).

Domy
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