Cara Morrighan,
certo, l'argomento è cruciale.
A chi non è mai capitato, anche per sola suggestione, di avere qualche diffidenza nell'
usare un normale oggetto, magari di proprietà della zia antipatica?
Sui tarocchi non saprei dirti... essendo che non ci parlo spesso, men che meno so come
provvedere al loro benessere.
Sulla dèa... Anticamente era la parte femminile della Natura di tutte le cose, mentre
questa visione che se ne ha oggi appare, dal mio modestissimo angolo di spettatore,
un po' un modo dell'editoria di aprire nuove piste affaristiche in un periodo di crisi
del libro, e questo potrebbe valere anche per molte altri insegnamenti e consigli,
Wiccani e non.
Comunque, per riportare un metodo tradizionale: secondo antichi Alchimisti si
possono togliere eventuali influenze negative da cui sia rimasto coinvolto un
oggetto, se ci si trova "in giornata", ossia ben lucidi ed in pace con l'Universo,
se si ritiene di poter avere un rapporto leale con l'oggetto in questione
e se tale è l'uso che se ne farà, e qualora si sappia di poter disporre (grazie
a vari motivi e condizioni che l'Iniziato all'Arte Regia conosceva) della necessaria
autorevolezza sull'eventuale male, toccando l'oggetto (credo con la mano destra)
nel pronunciare una frase come questa:
"Per Benedictionem, maledictum adombratur"
"Attraverso la Benedizione, quanto ci sia di maledetto venga oscurato" (ossia, non
possa venire a manifestazione, se non traduco male)
Riporto questo sistema solo a titolo di curiosità, per dare un'idea di un modo antico di
procedere, anche abbastanza semplice nella sua perfezione. Ma i vari "se" e "qualora",
erano fondamentali, per cui, poter attuare cose tali tanto semplice non era...
Ciao
Viola