La "Piramide di Pace e di Luce"

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-francis-
00martedì 1 luglio 2008 11:22

Capriccio di artista o progetto fondato?

“Siamo fatti di polvere, ma è polvere di stelle”: queste le parole con cui si apre la galleria online delle opere di Ottavio Fabbri, sognatore e visionario da sempre interessato ai misteri dell’universo e alla simbologia cosmologica.
Nebule, costellazioni, materia planetaria si impadroniscono delle sue tele con un impatto altamente suggestivo: l’artista sembra penetrare l’essenza più remota dell’universo con tanta chiaroveggenza che Aldrin, l’astronauta dell’Apollo 11, ha potuto dichiarare: “Ho già visto i dipinti di Fabbri nello spazio”.

Ottavio Fabbri è tutt’altro che uno sprovveduto. Recentemente ha fatto discutere il suo progetto per la costruzione di una quarta piramide nella valle di Giza, al Cairo, da affiancare a quelle dei grandi faraoni dell’Antico Regno, Cheope, Chefren e Micerino. Quello che al primo sguardo potrebbe sembrare una stramberia è, a ben vedere, un disegno dotato di presupposti teorici estremamente solidi, in cui nulla è affidato al caso.
Quella progettata da Fabbri è una piramide di luce. La luce: puro spirito, l’elemento immateriale per eccellenza al quale il mondo egizio sembra devoto sin dalle sue origini. “Figlio di Ra”, la divinità solare di Eliopoli, è l’attributo dei faraoni più antichi. Simboli di Ra, inoltre, erano gli obelischi; durante la breve riforma religiosa di Akhenaton si diceva fossero raggi di sole pietrificati di Aten, il disco solare.

"Le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino", illustra Fabbri, "sono poste lungo una direttrice ben precisa: ripropongono a terra la sequenza celeste della costellazione di Orione. Con la mia piramide di luce, che dovrebbe essere posta nel punto corrispondente a Rigel o a Bellatrix, due stelle di Orione, vado a completare questa sequenza.”
In sintonia con la sensibilità religiosa egizia e rigorosa nella sua corrispondenza astronomica, la piramide di Fabbri sarebbe impeccabile anche per l’attenzione al dato storico: risulta infatti che in un epoca lontana le piramidi di Giza erano coperte da alabastro che rifletteva la luce in modo impressionante.
Ma c’è di più. Il progetto di Fabbri è anche ecocompatibile. L’impianto sarebbe costituito da un pilone centrale alto 36 metri (uno in meno rispetto alla piramide di Cheope, in ossequio alla cultura locale) ed avrebbe una base di 230 metri, con 400 fasci di luce che partendo da terra convergerebbero verso la punta: ad attivarlo basterebbe l’energia solare immagazzinata durante il giorno e luminosa per tutta la notte.

(Fonte: Cultumedia.it)
Hatshepsut76
00martedì 1 luglio 2008 12:09
Re:
beh, mi sembra un po' eccentrico come progetto...
Poi comunque non ho capito una cosa:

-francis-, 01/07/2008 11.22:

"Le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino", illustra Fabbri, "sono poste lungo una direttrice ben precisa: ripropongono a terra la sequenza celeste della costellazione di Orione. Con la mia piramide di luce, che dovrebbe essere posta nel punto corrispondente a Rigel o a Bellatrix, due stelle di Orione, vado a completare questa sequenza.”



Riporto qui sotto l'immagine della piana di Giza; non capisco come la piramide di luce possa completare la costellazione di Orione, visto che rappresenta solo la cintura di Orione... Magari Antonio, Paolo o Biceleon sapranno fornire delucidazioni a questa mia perplessità...






antonio crasto
00martedì 1 luglio 2008 12:22
Le perplessità di Luca sono più che valide.
Ammesso che le tre piramidi rappresentino la Cintura di Orione, sembra strano che una piramide di luce possa rappresentare la costellazione.
Viene dimenticata poi la stella alfa, la luminosa Betelgeuse.
In merito all'altezza del pilone centrale, è evidente che i 36 metri devono essere un errore. Parlando di un metro in meno della piramide di Cheope si potrebbe intendere 145 metri (uno in meno dell'altezza teorica) o 136 metri (forse uno in meno dell'altezza attuale).

A parte le inesattezze astronomiche, mi sembra un progetto degno delle pubblicità all'Hawass.

roberta.maat
00martedì 1 luglio 2008 15:01
Se non ci fosse Antonio.......lo dovremmo inventare ! Grazie
antonio crasto
00martedì 1 luglio 2008 15:56
Esagerata!!!
-Kiya-
00martedì 1 luglio 2008 18:02
Cos'è? l'affermazione del profano sul Sacro???

La Piana deve restare com'è, come ce l'hanno consegnata gli antichi costruttori, senza "pizzi e merletti" moderni che andrebbero inevitabilmente non solo a deturparne l'aspetto, ma anche il significato originario, di cui, ammettiamolo, ancor oggi non siamo padroni. Quindi non capisco come si possa affermare di creare una continuità, senza conoscerne i presupposti d'origine...
roberta.maat
00martedì 1 luglio 2008 19:44
Questo è lo stesso "motore" che spinge architetti famosi ad inserire in tesori storici architettonici, degli elementi del progresso tecnologico per crearne sistemi eclatanti. Forse le mie parole possono sembrare bestemmie ma,credetemi, non riesco a digerire alcuni esempi di arte moderna soprattutto se si sovrappongono a contesti che potrebbero e dovrebbero mantenere quella nobiltà che li ha generati
Hatshepsut76
00martedì 1 luglio 2008 19:59
hai ragione Roberta, anche a me urta tantissimo questo contrasto antico/moderno, soprattutto con opere d'arte che non dovrebbero essere contaminate dal modernismo..
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