Indi Gregory, il padre: mia figlia è morta, siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna
A nulla è servita la lunga battaglia legale dei genitori. Il governo italiano le aveva concesso la cittadinanza per consentirle di essere curata all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Era affetta da una grave patologia mitocondriale
Indi Gregory è morta stanotte. Lo ha comunicato Dean Gregory, il papà della bambina di 8 mesi affetta da una grave patologia mitocondriale, a cui il 6 novembre il governo Meloni ha concesso la cittadinanza per consentirle di essere trasferita al Bambin Gesù di Roma.A nulla è servita la lunga battaglia legale intrapresa dai genitori. Venerdì le corti del Regno Unito avevano disposto lo stop ai trattamenti vitali e il trasferimento in un hospice. «Mia figlia è morta, la mia vita è finita all’1.45», ha detto Dean.
La piccola ha lottato dopo l’estubazione fino a stanotte
Dopo l’estubazione e il trasferimento in un hospice su ordine del giudice dell’Akta Corte inglese la piccola Aveva smesso di respirare. «Poi la piccola guerriera si è ripresa e stava lottando, assistita con amore e coraggio da mamma e papà. Durante la notte ha avuto stress e affaticamento», ha raccontato su X Simone Pillon, il legale che ha seguito in Italia la famiglia della piccola Indi. «Abbiamo azionato ogni procedura dei trattati internazionali, abbiamo offerto trasferimento, cure, collaborazione. L’Italia ha fatto il possibile su richiesta dei genitori, ma ha trovato solo muri», ha commentato Pillon.
Il papà Dean: siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna
«Io e mia moglie Clare siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna», è stato il commento di Dean Gregory, il papà di Indi. «Ci vergognamo di una ’modernità’ che, per ’pietà’, sopprime i deboli e indifesi. Perdonaci Indi. Anche nel tuo nome continueremo a batterci per contrastare questa folle deriva eutanasica. Aiutaci dal Cielo». «Il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma le hanno tolto anche la dignità di morire nella sua casa. Sono riusciti a prendere il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendere la sua anima», ha continuato Dean. «Sapevo che era speciale dal giorno in cui è nata - ha sottolineato Dean Gregory - hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse ma io e Clare ci siamo assicurati che sarebbe stata ricordata per sempre».
Giustizia inglese senza umanità
Morire per sentenza. La vicenda di Indi Gregory interroga le coscienze. Alla piccola sono stati staccati i supporti vitali per ordine del giudice dell’Alta Corte, senza consentire ai genitori di far morire a casa la piccola o di tentare la strada del trasferimento all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. A niente è valsa la cittadinanza concessa alla piccola da un Consiglio dei ministri urgente indetto dalla premier Giorgia Meloni. La giustizia inglese ha impedito ai genitori della piccola di tentare di farla curare altrove. C’è stata una forte divaricazione fra la volontà dei genitori e il parere dell’ospedale e della giustizia. L’Italia si è opposta a questa sentenza perchè deve comunque essere garantita la possibilità di cura. E i genitori di Indi Gregory chiedevano solo la possibilità di scegliere un percorso di cura diverso. Con il conferimento della cittadinanza italiana il console, diventato rappresentante legale di Indi Gregory, aveva chiesto l’applicazione della convenzione dell’Aia. Ma anche lui non era stato ascoltato.
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Roccella, anche chi non può guarire ha diritto a essere curato
«Nessuno contesta la diagnosi dei medici. Ma che una malattia sia inguaribile non vuol dire che la persona non è curabile», ha detto la ministra dell Famiglia Eugenia Roccella. «Quello che chiedevano i genitori di Indi era questo, poter avere un altro parere medico e di poter scegliere il percorso di cura».
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