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Il Nome di Dio nel nuovo testamento

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2021 18:30
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06/09/2021 13:39
 
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Marco, 06/09/2021 09:31:

Sia nel caso che Dio e il Suo nome siano cambiati dopo la venuta di Cristo e tra il Vecchio e il Nuovo Testamento, sia nel caso che Dio e il Suo nome siano rimasti identici, la mia domanda rimane invariata e non riguarda questo tema.

Prendiamo il Nuovo Testamento in lingua greca, così come ci è pervenuto fino ad oggi, e ammettiamo che contenesse il nome di Dio nella forma YHWH non abbreviata:

1) Se Dio ha guidato il modo in cui la Bibbia si è preservata ed era, quindi, volontà di Dio che ci arrivasse con le attuali modifiche (inclusa l'assenza del Suo nome non abbreviato nel NT), perché dovremmo andare contro la guida e volontà di Dio Onnipotente apportando delle modifiche al testo?

2) Se Dio NON ha guidato il modo in cui la Bibbia si è preservata e NON era, quindi, volontà di Dio che ci arrivasse con le attuali modifiche (inclusa l'assenza del Suo nome non abbreviato nel NT), perché dovremmo credere e riporre fede e fiducia in un testo modificato senza la guida e contro la volontà di Dio Onnipotente?

Continuo a non capire. Per capire, vi chiedo cortesemente di rispondere alla mia domanda e non ad altro per non andare fuori tema.

Grazie!




Comunque, il nome divino si trova anche in alcune traduzioni greche antiche del Vecchio Testamento fatte nei primi secoli dopo la nascita di Gesù Cristo. Per esempio, nella versione greca di Aquila, che risale agli inizi del I secolo, il Tetragramma vi compare in caratteri ebraici.
Inoltre, verso il 245 E.V., il teologo Origene produsse l'Esapla, una riproduzione a sei colonne dell'Antico Testamento. Il prof. W. G. Waddell dice: "Nell'Esapla di Origene…le Versioni greche di Aquila, Simmaco e LXX [Settanta] tutte rappresentavano JHVH con ; nella seconda colonna dell'Esapla il Tetragramma era scritto in caratteri ebraici". (The Journal of Theological Studies, Vol. XLV, luglio-ottobre 1944, pagg. 158, 159.)
Verso la fine del IV secolo, il filologo Girolamo, traduttore della Vulgata latina, nel suo 'Prologus Galeatus' nella prefazione ai libri di Samuele e Malachia, dice: "Troviamo il nome divino di quattro lettere in certi volumi greci fino a questo giorno espresso con lettere antiche". Ciò indica che i cosiddetti "cristiani" che sostituirono il Tetragramma nelle copie della LXX non furono i diretti discepoli di Gesù, ma persone dei secoli successivi, una classe apostata.

Perché manca negli antichi manoscritti del Nuovo Testamento?

Perché, allora, il nome è assente dagli antichi manoscritti del Nuovo Testamento a nostra disposizione? Evidentemente perché al tempo in cui si fecero quelle copie, il testo originale degli scritti degli apostoli e dei discepoli era stato alterato. Il nome divino fu sostituito con altri termini quali "Kỳrios" e "Theòs" da copisti successivi, proprio come fu fatto nelle copie successive della LXX. Quindi, l'argomento secondo il quale, gli scrittori del Nuovo Te-stamento non usarono il nome di Dio perché citavano le Scritture Ebraiche dalla versione greca dei LXX, che sostituiva il Tetragramma con "Kỳrios" o "Theòs", non è valido.
L'Esapla di Origene, di cui abbiamo già accennato, contiene le Scrit-ture Ebraiche su sei colonne, (1) nell'originale ebraico e aramaico, accom-pagnato da (2) una traslitterazione in greco, e dalle versioni greche (3) di Aquila, (4) di Simmaco, (5) della LXX, e (6) di Teodozione. In base alle co-pie frammentarie ora conosciute, W. G. Waddell dice: "Nell'Esapla di Orige-ne…le versioni greche di Aquila, di Simmaco e dei LXX rappresentano tutte JHWH con ; nella seconda colonna dell'Esapla il Tetragramma era scritto in caratteri ebraici". (The Journal of Theological Studies, Oxford, vol. XLV, 1944, pp. 158, 159)
In una lettera scritta nel IV secolo, Girolamo dice: "Il nono [nome di Dio] è composto di quattro lettere (tetragramma); lo si pensava anecfòne-ton, cioè ineffabile, e si scrive con queste lettere: iod, he, vau, he. Ma alcuni non l'hanno decifrato a motivo della rassomiglianza dei segni; e quando lo hanno trovato nei libri greci l'hanno letto di solito [, lettere greche che corrispondono alle romane PIPI]". (Le lettere, Roma, 1961, vol. I, pp. 237, 238; cfr. J. P. Migne, Patrologia latina, vol. 22, coll. 429, 430)
George Howard afferma: "Sappiamo di sicuro che i giudei di lingua greca continuarono a scrivere  nelle loro Scritture greche. Inoltre, è molto improbabile che i primi cristiani ebrei di lingua greca, che erano con-servatori, si distaccassero da questa usanza. Anche se in riferimenti secon-dari a Dio usarono probabilmente le parole [Dio] e [Signore], sarebbe stato molto strano che togliessero il Tetragramma dal testo biblico stesso…Dato che il Tetragramma era ancora scritto nelle copie della Bibbia greca che formavano le Scritture della chiesa primitiva, è ragionevole credere che gli scrittori del NT [Nuovo Testamento], citando la Scrittura, conservassero il Tetragramma nel testo biblico…Ma quando fu tolto dal VT [Vecchio Testa-mento] greco, fu tolto anche dalle citazioni del VT nel NT. Pertanto, verso l'inizio del II secolo, l'uso di sostituti deve aver fatto sparire il Tetragramma da entrambi i Testamenti". (Journal of Biblical Literature, Vol. 96, n. 1, mar-zo 1977, pp. 76, 77)
È chiaro che le copie dell'Antico e del Nuovo Testamento hanno su-bito delle correzioni per quanto riguarda il nome di Dio, e non solo. Prendia-mo per esempio Matteo 1:7, 8, che, secondo la NR dice: "Salomone generò Roboamo; Roboamo generò Abia; Abia generò Asa; Asa generò Giosafat; Giosafat generò Ioram; Ioram generò Uzzia;". Nella versione della CEI si legge invece: "Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozia,". Come potete vedere, esiste una differenza fra i due testi nelle parole "Asa" e "Asaf". Perché? Evidentemente alcuni copisti sbagliarono a scrive-re. Questo non è comunque il solo e unico caso di questo genere.
Quindi, coloro che sostituirono il Tetragramma non furono i primi di-scepoli di Gesù. Erano persone che vissero nei secoli successivi, quando la predetta apostasia si era già affermata e aveva corrotto i puri insegnamenti cristiani. (2 Tessalonicesi 2:3; 1 Timoteo 4:1)

Usato da Gesù e dai discepoli

A questo punto è d'obbligo chiedersi se Gesù e i suoi discepoli usas-sero il nome di Dio. Ebbene, ci sono validi motivi per ritenere che lo adope-rassero. Riferendosi a Matteo 6:9, dove è detto: "Sia santificato il tuo nome", Wolfgang Feneberg nella rivista dei gesuiti Entschluss/Offen (aprile 1985) precisa: "Egli [Gesù] non trattenne da noi il nome di suo Padre YHWH, ma ce l'affidò. È altrimenti inspiegabile come mai la prima richiesta della pre-ghiera del Signore dica: 'Sia santificato il tuo nome!'"
Di sicuro Gesù e i suoi discepoli vedevano il nome di Dio nella LXX. Quindi, è ragionevole pensare che, nel citare quei brani, pronunciassero il nome di Dio. Un esempio fra tanti è quando Gesù "entrò in giorno di sabato nella sinagoga, e si alzò per leggere. E gli fu consegnato il rotolo del profeta Isaia, ed egli, aperto il rotolo, trovò il luogo dov'era scritto: "Lo spirito di Geo-va è su di me, perché egli mi ha unto per dichiarare la buona notizia ai pove-ri, mi ha mandato per predicare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi, per mettere in libertà gli oppressi, per predicare l'anno accet-tevole di Geova". Quindi avvolse il rotolo, lo riconsegnò al servitore e si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui.". (Luca 4:16 TNM) Sì, in quell'occasione Gesù pronunciò il nome di Dio.
"Infine delle tradizioni anti-cristiane giudaiche (Toledoth Yehshuh, cfr. infra) accusano Gesù di aver posseduto una conoscenza esatta del Nome Ineffabile, e di averne fatto uso". (Il Nome di Dio nel Nuovo Testamento a cura di Didier Fontaine (2009) Azzurra 7; pag. 14)

È giusto ripristinare il Nome?

Visto che i manoscritti esistenti non contengono il nome di Dio, avrebbe un traduttore il diritto di ripristinarlo? Alcuni lessici di greco ricono-scono che spesso nella Bibbia il termine "Signore" si riferisce a Geova. Alla voce Kyrios, A Greek and English Lexicon of the New Testament di Robin-son (1859) riferisce che esso indica "Dio quale Supremo Signore e sovrano dell'universo, di solito nella Settanta per l'ebraico  Geova". Perciò lad-dove gli scrittori del Nuovo Testamento citano le Scritture Ebraiche, il tradut-tore ha il diritto di rendere la parola "Kỳrios" con "Geova".
Questo è ciò che è stato fatto in molte traduzioni ebraiche del Nuovo Testamento. Quando i traduttori incontrarono citazioni di brani dell'Antico Testamento che contenevano il nome di Dio lo ripristinarono nel testo. Molte altre traduzioni del Nuovo Testamento lo contengono.
Un'altra buona ragione per fare ciò è stata descritta nella recensione di un articolo apparso su una rivista specializzata: "Nei [manoscritti] precri-stiani in greco dell'AT [Antico Testamento] il nome divino (yhwh) non era tradotto 'kyrios' [signore] come si è spesso pensato. Normalmente il Tetra-gramma era scritto in aramaico o in caratteri paleoebraici…In un secondo tempo il Tetragramma fu sostituito da termini come 'theos' [Dio] e 'ky-rios'…Vi sono buone ragioni per credere che una cosa simile si sia verificata nel NT [Nuovo Testamento], cioè che il nome divino in origine comparisse nel NT nelle citazioni e nei riferimenti all'AT, ma che nel corso del tempo sia stato sostituito con altri termini". (New Testament Abstracts, marzo 1977, p. 306)

Il nome in altre versioni

La TNM, non è l'unica traduzione che usa il nome di Dio nel Nuovo Testamento.
Alcuni si sono resi conto che il nome divino deve giustamente com-parire nel testo del Nuovo Testamento, se non altro perché contiene dirette citazioni di brani delle Scritture Ebraiche o Antico Testamento in cui ricorre il Tetragramma.
Esso compare in diverse traduzioni del Nuovo Testamento. Alcune, in particolare quelle usate dai missionari, hanno seguito questo esempio. Così molte versioni del NT lo usano. La NKJV ad esempio, come anche al-tre versioni, riporta in lettere maiuscole "LORD" nel Nuovo Testamento dove dovrebbe esserci il nome di Dio.
L'elenco seguente, tratto dall'appendice 1D a pag. 1567 della TNM, indica le traduzioni contrassegnate dalla lettera "J", nonché altre versioni moderne che usano in qualche forma il nome di Dio nel Nuovo Testamento. Alcune traduzioni usate con le loro rispettive traduzioni sono le seguenti:

BofY (Yahweh)
SCR ("")
21st CNT ("[the Lord] [YHVH]" e "Jehovah")
CH ("adonaï IHVH")
DA ("*Seigneur" nel testo ma nell'introduzione dice che corrisponde
a "Jéhovah")
Jewish New Testament (1989) David H. Stern ("Adonai" nel testo,
ma nelle note "A · do · nai – the LORD, Jehovah")
Restoration of Original Sacred Name Bible ("YAHVAH")
King James Version edita da C. I. Scofield ("Lord" o "LORD" nel te-
sto, ma "Jehovah" nella colonna centrale dei riferimenti).
Nuevo Testamento (1981) P. Besson ("Jehová" o "Señor (*)" nel
testo, ma nelle note specifica che sta per Geova)
ALT3 ("LORD" nei versetti biblici che sono citazioni dell'Antico Te-
stamento dove ricorre il nome di Dio).
DENT (Un dizionario esegetico che elenca diversi passi dove se-condo loro k¨rioV sta per Jahvé/Dio"). (Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento a cura di Horst Balz e Gerhard Schneider Pai-deia Editrice, Brescia 1995; alla voce k¨rioV)

vale la pena ricordare che alcune versioni, quali la NKJV, The Companion Bible, New Testament in Modern Speech by R. F. Weymouth (1909) e Nouveau Testament (1971) Grosjean – Léturmy, nonché anche altre tradu-zioni moderne del Nuovo Testamento o di parte di esso, rendono con le pa-role semi maiuscole "LORD", "SEIGNEUR", o altro ancora, laddove riconosco-no debba essere inserito il nome di Dio.
La TNM, come abbiamo visto, è confutata per averlo inserito 237 volte nel Nuovo Testamento. Ad ogni modo, "J7" lo include almeno 261 vol-te. (The Divine Name - Controversy (1991) Firpo W. Carr, Ph. D., pag. 154) "Execeses Ready Research Bible, A Literal Translation & Translitteration of Scripture (1993) H. Jahn" circa 250 volte. "An English Version of the New Testament (1864) H. Heinfetter" circa 140 volte. "The Christian's Bible; New Testament (1928) G. N. Le Fevre" circa 947 volte. "The Sacred Scriptures, Bethel Edition (1981)" circa 1200 volte. La "Restoration of Original Sacred Name Bible" lo riporta circa 1400 volte. "The New Testament of our Messi-ah & Saviour Yahshua, Sacred Name Version (1950) A. B. Traina" circa 1200 volte. Altre versioni, anche tra quelle considerate precedentemente, lo riportano anche in altri passi dove la TNM non lo inserisce. Questo solo per menzionare alcune traduzioni che superano di gran lunga le volte in cui lo inserisce la TNM.

Anche scrittori come Clemente Alessandrino, teologo del II secolo, menzionano il nome divino, il quale prova che all'epoca non era ancora del tutto dimenticato. Negli Stromati in effetti leggiamo: "Inoltre, il nome mistico di quattro lettere che è stato stabilito sui soli ai quali l'adytum era accessibile, è chiamato Iehoua, che si traduce 'Colui che è e che sarà. Il nome di Dio, anche tra i greci, contiene quattro lettere". (Stromata V, 6, 34) Quindi, ve-diamo che Clemente conosceva il nome di Dio.

Non ci si deve comunque confondere con il fatto che "Quando Gesù viene chiamato "Signore" il NT non intende dire che egli è Geova, bensì un Signore distinto dall'Unico Signore Dio. Egli è il Signore Cristo o, in maniera più completa, "il Signore Gesù Cristo". Vi sono in realtà due signori, ma il secondo non è Dio, bensì il Figlio di Dio e Messia". (Confusing the Lord God and the Lord Messiah, JRR, vol. 3/3 (1994)) Infatti, "Il titolo • implica che il Gesù innalzato è equiparato a Dio/Jahvé. Tuttavia egli non è identifi-cato con Dio". (Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento a cura di Horst Balz e Gerhard Schneider Paideia Editrice, Brescia 1995)
Sì, senza dubbio, gli scrittori del Nuovo testamento inclusero il nome di Dio nei loro scritti, infatti, anche alcuni lessici riconoscono questo alla vo-ce "•".





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